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Adesso scrivo un post che mi farà odiare dai tre quarti della rete (confido sul quarto restante).

22 Maggio 2008

Io non è che son sempre qui a parlar di letteratura, di musica o di viaggi. Non son sempre dell’umore per concentrarmi a dire frasi pregne di significato, a dar sfoggio di cultura, a dir che la lingua italiana è morta. Non lascio commenti solo se si parla dei massimi sistemi. Io ogni tanto mi allontano da qui. Non è che mi limito strettamente alla piccola rete di dotti di cui amo circondarmi. Vago.

 

Mi muovo, come dice Moretti nel film.

 

Questo muovermi, talvolta, spesso a dire il vero, come una sana vena di masochismo che si chiude per poi riaprirsi repentinamente, tende a portarmi alla deriva, verso lidi che non mi appartengono minimamente. Insomma la faccio breve: mi diverto tantissimo a leggere i blog delle maniache dello shopping, le seguaci del perfetto abbinamento scarpa-borsa, quelle che non si capisce dove prendano i soldi per stipare armadi di cose. Di-co-se. Cose. Abiti, borse, cinture, scarpe (dopotutto a cosa servono i milioni se in cambio ti danno le scarpe?). Precisiamo che io non vivo da asceta e non rifiuto di certo i dettami del saper stare in società. Chi mi conosce sa che sono una persona piacevole, curata, parbleu anche carina per chi apprezza il genere. Ho anche un libro di bon-ton che m’ha regalato la Venturi per Natale, qualche anno fa. Ma per quanto mi sforzi di accendere la mia modalità frivola, giuro che non riesco ad immaginare una me stessa impegnata in siffatte performances spenderecce.

 

Forse perché pago il mutuo. Forse.

 

Insomma, si diceva, mi muovo. Di link in link. E mi stupisco ogni volta – e sono sempre di più le volte, perché è curiosità morbosa come quella che fa guardare gli incidenti per strada – di quante siano queste maniache seriali della moda e soprattutto di come, io e loro, si viva su pianeti differenti. Innanzitutto: signorine in questione, sedicenti magre, magrissime, che comprate la 38 perché la 40 vi sta larga, in lotta con la bilancia e con ogni singola maledetta caloria che si presenta sul vostro percorso, ascoltatemi… Dalle foto che vi autoscattate dall’alto sembrate discretamente ben messe. Ve lo volevo dire: il lettore anonimo resta perplesso, il lettore anonimo vuole chiarezza. E vi volevo dire anche questo: non c’è mica niente di male, pure io non è che sia un grissino.

Chiarito un concetto fondamentale passiamo oltre.

 

Tipici comuni denominatori: le icone di stile, sempre le stesse, che vanno da Paris Hilton alla cara e vecchia Audrey Hepburn, passando per Nicole Ritchie, Kate Moss, al bisogno anche Cenerentola e Barbie (Audrey, che finaccia!), la tendenza al definirsi compulsive, principesse, capricciose, lunatiche, fashioniste e glamour, i blog quasi tutti privati con millemila restrizioni per l’accesso (dimmi chi sei, da dove vieni, dove vai e se non sarò troppo impegnata a limarmi le unghie ti darò l’approvazione), l’insana passione per la creazione dei gioielli con risultati che vanno dall’ottimo all’inguardabile, il mito di Londra, di New York e ovviamente di Sex & The City oppure, per quanto riguarda il palinsesto, dei telefilm improbabili che danno solo su Sky (io che son proletaria non so neanche di cosa parlino, ma pare siano imprescindibili). Ma soprattutto il leit-motiv è che, dal calzetto fantasmino alla valigia di Vuitton, loro comprano perché ne hanno bisogno.

 

Bisogno. E’ il bisogno che, da sempre, spinge l’uomo verso le sfide, verso l’ignoto! Allora mi son chiesta oibò, Daniela, di cosa hai bisogno che vorresti veramente di cui non puoi fare a meno, che sai che la tua vita svolterebbe, che mai-più-senza, che ti darebbe una connotazione di stile, che ti farebbe riappacificare con te stessa, che ti farebbe ostentare sicumera e sentire fresca come un mattino di primavera?

 

Io, sul serio, guardate, ci ho pensato un pomeriggio intero. Ho girato di nuovo tutti i loro blog per vedere se magari era uscita l’ultima creazione fatta in pelo di cane che assolutamente non poteva mancare nel mio guardaroba, ma niente.

 

Insomma io alla fine ci ho pensato e, sul serio, ho bisogno di questo.

 

Specchio specchio delle mie brame, chi è la più glamour del reame?

 

LdC

Disclaimer per le involontarie protagoniste del post: mi spiace di avervi massacrato, io vi adoro, siete più terapeutiche di Novella 2000 dal parrucchiere, non smettete mai di aggiornare i vostri teneri blog!

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  1. Lei è sempre sul pezzo DB!

    personalmente non ho mai identificato nessuna diva di hollywood, prinicpessa o chicchesia con la “dicitura” Icona di Stile.

    Perchè per me lo stile oltre che essere perosnale e non adattabile a nessuno non è un fatto di esibire una ciabatta con griffe o un vestitino dell’haute couture in pendat con la balenciaga di turno.

    Lo stile non ha nulla a che fare con un pezzo di tela. é un insieme di cose: dall’atteggiameto, al modo di rispondere, di porsi, di dialogare, di sapersi comportare in qualsiasi situazione salvandosi la faccia sempre (e ho detto faccia perchè questo post ha stile ed è sullo stile per cui non potevo far cadute di stile! ehehe).

    A me fanno un gran ridere tutte ste ragazze, molte maggiorenni e con una laurea all’attivo eh, che si identificano con le varie Richie e Hilton e che soprattutto le riconoscono come Icone. ma Icone di cose? A mio avviso una che gira un porno, che non fa nulla nella sua vita, beve e si smutanda davati a mezza Ameriva altro non è che che una poveretta.

    per non parlare dell’adorazione per i vari Gossip Girls (abbreviato in GG, che solo per capire che vuol dire ci ho messo una settimana) dove ragazze in assorbente esterno (cit.) mettono isnieme un’accozaglia di colori che nemmeno la Pampanini e slinguettano a destra e a manca..e trac tutte li a postare foto sulle mise e a dire Voglio questo taglio.

    Noto in giro un’assoluta mancanza di personalità, di gusto, Noto un forte senso di voler appartenere a qualcosa adattandosi alla massa ma nel contempo volendo emergere con una it bag.

    Poi se davvero icona di stile per loro vuol dire una persona che si veste bene, con tutti gli accessori al posto giusto e cromaticamente accettabili allora mi spiegate come potete reputare La hilton un’icona cosi come la Hepburn?

    E’ come confodere il cioccolato con lo sterco.

    cit. Enrico Brizzi

    i

  2. No! Purtroppo! E’ una cosa che patisco terribilmente… la mia dissertazione si basa su quelle rarissime perle che hanno il blog pubblico… e sono sempre meno, purtroppo.

  3. Allur io adooooVO il tuo modo di scrivere , e ben lo sai.

    Per quanto riguarda il concetto del post devo dire che NON mi ci riconosco…

    anche se qualcosa in comune ce l’ho, mi piace Gossip Girl, e ho 4 Vuitton ma non adoro la PARIS e nemmeno la Audrey, ANZI sono una mosca bianca nell’universo di donne che la adorano e che amano il suo “Colazione da Tiffany….”a me non è piaciuto x nulla quel film.

    Pero’ ho un blog chiuso …ma non è rosa…la mia descrizione sul blog credo mi rispecchi, forse pero’ di più un tempo…

    Ora il mio maggior desiderio è trovare una casa…il resto..è tutto superfluo…ne parlavo oggi con un’amica…

    Ad ogni modo credo sia uno dei lati negativi della globalizzazione…tutti uguali, e sopratutto dopo l’avvento e l’espansione così veloce di blog e myspace vari….sembra che 6 sei cosi, stereotipato in 1 certo modo sei perfettoe il successo è assicurato, sei un brand che cammina, di contro…NON SEI!!!

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