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Gite fuori porta: Venezia.

24 Gennaio 2012

Seconda gita delle vacanze natalizie. Dopo Pisa, per il giorno del mio compleanno abbiamo pensato di andare a Venezia.

Può una persona di trentasei anni non aver mai visto quella originale ma solo quella di plastica nell’hotel di Las Vegas? Il mio fidanzato, che già si è distinto ai miei scellerati occhi per avermi portata a Firenze, altra città dove non ero mai stata prima dei trent’anni (esterofilia, portami via) tranne che per una fugace cena, ma non sono qui per raccontarvi di Firenze, che comunque è altrettanto bella e piena d’arte e andrebbe vista ma, stavamo dicendo, il giorno del mio compleanno mi ha caricata in macchina e mi ha portata in quella che, sulla carta, dovrebbe essere la città meno adatta a una che soffre di mal di mare e non sa nuotare.

Difatti.

E’ vero, ho strisciato radente i muri e non mi sono certo affacciata a contemplare i singolari garage per barche che sostituiscono come se niente fosse i nostri per le auto, ma non posso che essere rimasta a bocca aperta di fronte a una città davvero unica nel suo genere (oh, ma anche la riproduzione di Las Vegas non è mica male). Un giro in gondola sarebbe costato ottanta euro, ho sentito il gondoliere che lo annunciava a un gruppo di basiti turisti, problema che non ci si è presentato in quanto mai e poi mai affiderei il mio destino a un’imbarcazione che, nel migliore dei casi potrebbe portarmi a stretto contatto con le pantegane o con la morte per annegamento, nel peggiore. Non saprei dire quanto abbiamo girato -stavolta sotto la pioggia, mannaggia- ma a giudicare dalla consistenza tipica del cotechino che avevano assunto le mie gambe saggiamente stipate in alti e neri stivaloni, direi non pochi. Di questa città non potrò mai dire o fotografare qualcosa di groundbreaking e soprattutto che nessuno abbia detto o fotografato meglio di me: è talmente assurda e assolutamente differente da tutto ciò che ho visto prima, che ho già finito di sforzarmi per trovarle degli aggettivi, altrimenti sembro scema. Abbiamo pranzato alla Taverna San Trovaso in Dorso Duro 1016, personalmente mi sono trovata bene, anche se sicuramente ci saranno stati posti meno turistici e di gran lunga migliori: per auto-festeggiarmi ho ordinato una frittura di pesce, cosa che non mangio mai pena gravissimi sensi di colpa e obesità, mi sono sentita in Paradiso, quindi ammesso che ce ne fossero, importassega.

Negozi non particolarmente del mio genere, fra i quali posso annoverare solo l’ingresso da un ordinatissimo H&M che mi ha messa in soggezione. Anche qui non erano ancora iniziati i saldi ma comunque sarebbero stati tutti troppo cari per il mio budget, diciamo che il target è da turista abbiente. Sono comunque riuscita a comprare una maschera a forma di gatto che se un giorno deciderò di fare la webcam girl, diventerà il mio marchio di fabbrica… (ops! mi è sfuggito! dovrò cambiare maschera!).

Ritorno stanca morta, in tempo per tagliare la torta a casa dei miei.
Tanti auguri a me.

LdC

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