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Libretto di lavoro.

24 Gennaio 2013

Non molto tempo fa era il testimone della vita lavorativa… Preciso e rigoroso vi erano annotate le aziende e i luoghi di lavoro, le assunzioni, le dimissioni, gli avanzamenti di categoria, gli aggiornamenti professionali… e… Da qualche anno non esiste più… non serve più… molti giovani neanche sanno cosa sia stato… Ora ha dato il titolo ad uno spettacolo… di grande attualità e di forte impatto.

Libretto di lavoro è uno spettacolo in atto unico che parla della (in)civiltà e della società lavorativa -e non solo- odierna. “Allestimento posto sulla linea di confine tra affabulazione, commedia e meta teatro” che voi direte eh? ma no, vi rassicuro, è che non è una semplice rappresentazione come ce l’immaginiamo ma, per farvi capire, è come un teatro in 3D, dove parole, musica, silenzi, gesti, voci fuori campo e una forte componente onirica rendono lo spettatore una cosa unica con la rappresentazione. Chi assiste a Libretto di lavoro si immerge lentamente nella storia assieme ai personaggi (interpretati dai bravi Gemma Ruzza, Maria Visconti e Ivan Poli) e non resta un semplice osservatore passivo. Al termine, il senso di frustrazione, misto a tristezza per questa condizione in cui molti si trovano, o il pensiero di poterci finire dentro, spinti da questa crisi economica che sembra non avere fine, lascia un grande amaro in bocca… è l’intento di smuovere le acque che il regista e sceneggiatore Emanuele M. Landi aveva in mente, suppongo.

Visto che, come dicevo nell’altro post, è necessario rivalutare la cultura a partire dalle piccole azioni, perché non fate un salto a vedere le repliche, che si terranno il 2 e 3 febbraio all’Officina de Maicontenti? L’indirizzo è via S. Tommaso del Mercato 1/b-c-d, ovviamente a Bologna.

Se gli impegni me lo permettono tornerò a vederlo… e voi accetterete il mio consiglio?

LdC

 

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