Diari della quarantena

I diari della quarantena – 2

15 Marzo 2020

Day 4

Come non detto, anche senza discorso di Conte a reti unificate ho avuto gli incubi lo stesso stanotte. Non ricordo più il sogno, ma ricordo che svegliandomi ho pensato esattamente questo: che palle.

Anche oggi telelavoro e una montagna di roba da fare, sul serio voi trovate tempo per guardare tutte le dirette che vi propongono, corsi, passatempi e affini? No perché io oggi ho cambiato le lenzuola in pausa pranzo e ringraziare che ho avuto quel tempo. Ci sono ancora tanti giorni, magari mi scopro una patita dello yoga fra una settimana. Comunque not today, Satan.

Finalmente anche negli Stati Uniti hanno iniziato a campanare e si stanno muovendo: io non è che facevo campagna informativa perché sono buona, è solo che vorrei che finisse tutto al più presto possibile per poter prenotare il mio viaggio in California ma se continua così dovrò accontentarmi che ancora esista la California, magari nel 2021. Inizio a osservare con cupidigia i B&B di Terni (no, scherzo, piuttosto sto a casa).

Domani, visto che è week end, ho programmato una gita: portare giù l’immondizia, che ormai il balcone non è più il luogo adatto per conservarla. Cerco di mantenere un tono leggero e cazzeggione perché io sono fatta così e morirò ridendo, ma la situazione è tutt’altro che rosea. Però stasera Trivial Pursuit online, appuntamento alle 21.30 e per ora va bene così.

Day 5

Saturday night, party hard. Oggi primo giorno di fancazzismo puro perché giustamente è sabato e non ho impegni di lavoro, il che per me equivale, complice il clima non bellissimo, a recuperoni di serie tv e film. Chat con mia mamma che mi manda la foto del pane fatto in casa, che significa “tuo padre ha capito che non deve uscire neanche per comprare il pane”, finalmente ce l’abbiamo fatta a convincerlo. I flash mob al balcone iniziano a diventare un appuntamento regolare e impegnativo: oggi uno a mezzogiorno con applauso per il personale medico, uno serale che però non viene raccolto in modo uniforme dalla mia via, che non rispetta la scaletta e manda Io vagabondo a tutta manetta. Apprezziamo comunque l’impegno. La sera scatta pure la cena cinese, altra videochat con alcuni amici e ci si addormenta con Breaking Bad (uno dei lati positivi della quarantena è aver scoperto alla buon’ora la bellezza di questa serie).

Day 6

Ormai le giornate sono scandite da alcuni appuntamenti fissi: i flash mob al balcone – stasera Rino Gaetano dai dirimpettai, ai quali finalmente rivolgo il mio primo timido ciao ciao con la mano, dopodiché la vicina Piazza Belluno inizia a farla da padrona e spara Toto Cutugno seguito dall’Inno Nazionale – e le notizie relative all’andamento dei contagi che, oltre a quelle già nominate su Il Post, per me equivalgono anche all’aggiornamento di Fausto Tomei che coi numeri non scherza per niente. Mi accorgo però che ormai osservo il telefono quasi fosse un Oracolo: in pratica lo controllo costantemente per l’ansia che succeda qualcosa e questo avviene anche la notte. Se non ci sono notizie di particolare rilievo penso Ok, posso dormire tranquillamente un altro po’ di ore. Anche oggi giro turistico al bidone dell’immondizia, bucato, pomeriggio sul balcone a prendere il sole e recupero di serie tv, cerco di distrarmi guardando un documentario su Donald Trump (della serie: c’è chi sta peggio). Per la serata non si prevedono appuntamenti in chat, così magari faccio un po’ di detox alcolico…

(to be continued)
LdC

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