Diari della quarantena

I diari della quarantena – 3

20 Marzo 2020

Day 7-8-9? 

Sto perdendo il conto. Oggi è giovedì 19 marzo e se tanto mi dà tanto ho saltato qualche pagina del mio “diario di bordo”, se così vogliamo chiamarlo. È la Festa del Papà e io di solito celebro sempre queste ricorrenze con la mia famiglia: in effetti è il primo giorno che ho avvertito come “tosto” perché avrei voluto essere con i miei, ma soprattutto perché ho la sensazione che questo periodo ci stia portando via dei momenti che non torneranno, cioè mi spiego: mai come adesso ho ben chiaro il concetto che non siamo immortali e che le cose meglio non procrastinarle.

Ma torniamo al diario. In una situazione di normalità mi avvalgo di strumenti quali agenda dell’ufficio, e-mail, eventi e messaggi, per ricostruire quello che ho fatto – noi Bortolotti abbiamo tante belle caratteristiche, ma la memoria non è una di queste – mi rendo conto sempre di più che non essendoci fatti di particolare rilievo, fatico veramente a ricordarmi cosa ho fatto nei giorni scorsi. Sicuramente ho lavorato e sicuramente ho preso il sole sul balcone, volevo mantenere un profilo gastronomico basso per evitare di dovermi ricomprare un intero guardaroba (di quale stagione, poi?) una volta uscita di qui, ma ieri c’è scappata una torta salata, che ho ovviamente cucinato e mangiato TUTTA perché se ho una cosa buona in casa la tendenza è quella. Da oggi si ricomincia col regime più-possibile-carb-free.

Però ho fatto ginnastica, grazie a questa App che secondo me è fatta veramente bene: mi sono ripromessa di provare un po’ tutti i corsi, ovviamente a livello principiante, per avere la possibilità di capire cosa mi piace di più ma soprattutto di non annoiarmi, cosa che mi succede spesso (per non dire SEMPRE) coi corsi ma che invece non ho quando vado a correre. Sappiamo tutti che la corsetta è argomento di discussioni forti, così nel dubbio la evito e faccio la mia parte.

Nel frattempo tutto il mondo si sta blindando: se da un lato mi dispiace perché significa che California 2020 ormai è pura utopia, dall’altro condividere questo casino su scala globale fa sentire meno “poveri sfigati” e per una come me, che patisce sempre la sindrome di Calimero, un po’ consola. Non tanto, un po’. Un altro aspetto non diciamo positivo ma senz’altro meno negativo è che a Los Angeles si stanno attrezzando per fare tutto online e spero di poter beneficiare di qualche evento che in caso contrario non potrei vedere. Nel frattempo mi delizio con questo elenco che Luca ha scovato in rete: tempo per vederli tutti dovrei più o meno averlo.

Anche il giorno numero 9 alla fine è trascorso fra goffi tentativi di Pilates, uno Spritz Campari home made e un po’ di chat rinfrancante (che ci voleva).

(to be continued)

LdC

 

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