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Un libro da uova e da latte.

22 Luglio 2010

Come più o meno tutti già saprete, a giugno è uscito Bologna ride – storie, personaggi, locali, situazioni che hanno reso famosa la comicità bolognese in tutta Italia, volume a cui, oltre ad essere affezionata a livello personale, ho dato anche un piccolo contributo materiale.

E’ stato quindi con vero piacere che ho messo in contatto gli autori con Mara Cinquepalmi, una giornalista/blogger bolognese che avevo conosciuto durante l’ultima GGD e, dalla loro chiacchierata, è nata questa simpatica intervista.

Non ci resta che ridere
di Mara Cinquepalmi

Galeotto fu il Festival delle Arti. Uno era tecnico del suono, l’altro il presentatore. Uno dice “Perché non facciamo un libro?”, l’altro gli risponde “Sì, sì”, ma poi pensa tra sé che tanto non se ne farà niente. Invece, da qualche settimana è in libreria “Bologna ride”, storia della comicità bolognese a cura di Eraldo Turra, il “grosso” dei Gemelli Ruggeri, e di Lorenzo Arabia edita da Minerva Edizioni.

Dauovaedalatte non poteva farsi sfuggire l’occasione per conoscere più da vicino i due autori e farsi raccontare quando Bologna rideva. Infatti, chi, come me, non è nato all’ombra delle Due Torri, ha conosciuto molti dei comici che ci raccontano Turra e Arabia soltanto attraverso il piccolo schermo: la coppia Roversi-Blady, Vito, Gene Gnocchi, i Gemelli Ruggeri solo per citarne alcuni.

Dopo alcune peripezie riesco a mettermi in contatto con gli autori e, nella migliore tradizione comica, anch’io faccio la mia parte. Questa la cronaca dei fatti e la chiacchierata con Eraldo e Lorenzo.

Un giorno di giugno, anzi il giorno in cui la Nazionale è uscita dal Mondiale, contatto Lorenzo via sms. Il testo dice più o meno: “A che ora possiamo sentirci per chiacchierata per blog?”. La risposta è: “Se sei comoda in centro noi stasera a ora aperitivo siamo in via Guerrazzi”.

Esco poco e viaggio ancora meno: così l’unica volta che torno in Puglia, perdo l’occasione per un’intervista all’ora dell’aperitivo. Dispiaciuta, replico: “Sono a 536 km di distanza. Posso telefonarvi?” E così ci accordiamo per una interurbana – come si diceva una volta – a fine partita.

Driin, driin, driin…Foggia chiama Bologna. Lorenzo risponde e attacco con la prima domanda.

Perché questo libro?

Nessuno ha mai scritto niente prima di questo libro. Per citare i Blues Brothers io ho come visto una luce e quella luce era Eraldo. All’inizio non ci credeva, pensava fossi uno dei soliti “spaccamaroni”, mi diceva “Sì, sì lo facciamo” senza troppa convinzione e poi invece.

Bologna è una città che si prende troppo sul serio?

Bologna ha avuto un momento in cui poteva essere il terzo polo per gli spettacoli dopo Roma e Milano. Adesso soffre come le altre grandi città. Non si prende sul serio, ma il problema è che c’è un avvilimento generale.

“Bologna ride” è molto di più di un libro sui comici bolognesi. E’ un pezzo di storia di una stagione fortunata e felice che animò la città dagli anni ’80 in poi. Oggi Bologna è ancora capace di ridere?

Il libro è il mio grazie ai comici che mi hanno fatto divertire. Per tornare ad oggi, invece, vorrei raccontare la storia di Dedio, un comico torinese che quindici anni fa ha lasciato la sua città per venire a stare qui a Bologna. Ha scelto Bologna perché ha fama di essere una città aperta. In questi anni si è dato da fare, ha organizzato festival, ma alla fine è tornato a Torino.

Lorenzo mi dice che nel frattempo è arrivato anche Eraldo Turra, che – a quanto dice il suo compagno di scrittura – ha fama di essere sempre in ritardo. Gli propongo la stessa batteria di domande, così per non fare torto a nessuno.

Lorenzo mi ha raccontato come è nato il libro. Mi confermi tutto?

E’ tutto vero. Pensavo: “Oddio, le solite cose, il solito che dice fesserie”. Lorenzo tornò all’attacco e la cosa si fece sempre più vera fino a che non siamo partiti. Non ci credevo molto. Non esiste documentazione in proposito e di sicuro abbiamo perso qualcosa. Tra le nostre fonti ci sono l’archivio del Teatro delle Celebrazioni ed i ritagli di giornale che ho conservato a casa.

Bologna è una città che si prende troppo sul serio?

Prima non era così. Tutti i bolognesi avevano la battuta pronta. Il problema è che Bologna si è trasformata da paesone in città. Penso alla questione del degrado. Quello del rumore è un problema difficile da risolvere. La gente esagera e poi arriva un’ordinanza per mettere tutto a posto. E’ un problema di convivenza.

Nella stanza irrompe il piccolo Fabrizio e così la telefonata volge rapidamente al termine. Giusto il tempo per chiedere a Eraldo se Bologna sa ancora ridere.

Certo che Bologna sa ancora ridere ed i bolognesi ne hanno voglia.

Ringrazio, ci salutiamo e poi clic. Metto giù e penso che a Bologna non resta che ridere.

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LdC

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