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Periodo di tagliandi.

9 Luglio 2008

Indicativamente ad ogni inizio estate mi faccio un giro di esami. Un po’ perché è bene tenersi controllati, un po’ perché prevenire è meglio che curare e un po’ per buona pace della mia ipocondria. Ho varie sedute settimanali programmate dal dentista da qui alle prossime due settimane, ho vari altri test, insomma proprio un tagliandino in piena regola.

 

Stamattina avevo la gine, anzidetta La Gina. Bene. Mi reco con largo anticipo alla ASL conscia del fatto che a) devo parcheggiare; b) se possibile devo parcheggiare all’ombra; c) devo andare a pagare la prenotazione; d) mia mamma mi ha anticipato che c’è una nuova procedura per cui dovrò recarmi in una tale accettazione, luogo che già dal nome è presagio di lunghe attese ed infruttuose procedure.

 

Difatti, dopo aver trovato parcheggio all’ombra e dopo essermi intrattenuta chiacchierando con un altro modesto paziente durante la fila per pagare il famigerato ticket, sono arrivata alla tanto temuta accettazione dove un’infermiera mi ha preso i vari documenti, li ha infilati in una carpetta vuota con su il nome della dottoressa e mi ha detto sa dove deve andare? Alla mia risposta affermativa è terminato il suo lavoro.

 

Ho pensato bè, gran bazza, niente di che.

 

Salita dalla Gina, però, mi sono imbattuta nell’altra faccia della medaglia e cioè che l’accettazione è diventata più o meno la segreteria di vari dottori, i quali ora sono costretti ad inserire dati al computer, ad accogliere i pazienti, a gestire la sala d’attesa, a preparare gli strumenti e il lettino per la visita, in completa autonomia. Tempo della visita 25 minuti di cui 15 trascorsi dalla Gina in burocrazia e organizzazione. Alla fine, com’è come non è, chi ci rimette è il paziente (commento della Gina: sarebbe pure divertente, se non dovessimo farvi anche la visita) che viene visitato in modo più rapido e sommario – ovviamente fuori c’è la fila che aspetta e che, come ogni buona fila che si rispetti, rumoreggia e non capisce.

 

Lo so che potrei andare da un dottore privato, ma ho già i miei bei problemi di dentista senza aggiungerci pure un’altra Gina. E poi io con la mia Gina mi trovo bene.

 

Allora, mentre tornavo a casa, ho pensato che una soluzione potrebbe essere quella di incentivare l’uso del web per tutte quelle procedure (pagamento, ritiro esiti, consultazione cartelle, inserimento dati) che un utente potrebbe tranquillamente fare da casa o come passatempo durante le noiose ore di ufficio… personalmente preferire di gran lunga strisciare la carta di credito e recarmi sul luogo con solo cinque minuti d’anticipo e pronta per essere ravanata anziché giocarmi la tredicesima in permessi; idem dicasi ricevere tutto comodamente via e-mail. Alcune attività online esistono già, ma è veramente una goccia in un mare di perdite di tempo e procedure inutili o quantomeno incomprensibili ai più. E lo so che questo è un paese per vecchi, ma se almeno i giovani (o sedicenti tali) se li scavassero di torno in questo modo, ci potrebbe essere più spazio per fare altro.

 

Tipo trovare un’altra segretaria per la mia Gina.

 

LdC

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