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Que sera, sera.

17 Novembre 2010

When I was just a little girl,
I asked my mother, what I can be

Will I be pretty, will I be rich?
Here's what she said to me:
Que sera, sera,
Whatever will be, will be,
The future's not ours to see,
Que sera, sera.
 (Doris Day – Que sera sera)

Quando ero piccola giocavo con le Barbie. Fin qui, niente di strano. Suppongo che voi figlie degli anni 70-80, come me, in questo caso fortunatamente prive di tutte quelle distrazioni come televisione, computer e aggeggi supertecnologici, abbiate dovuto aguzzare non poco l’ingegno per inventare sempre nuove avventure per le vostre bambole.

Così facevo anche io.

Fantasia, né più, né meno. Strumento potentissimo che, unito ai nostri sogni infantili, è stato forse il primo di una serie di gradini che –nel crescere– ci hanno portato qui dove siamo oggi e dove magari non avremmo mai creduto di essere. Per quanto mi riguarda invece sì, posso dire di essere arrivata dove credevo, visto che, molto concreta già dalla tenera età, a cinque anni ho cominciato a dichiarare “da grande farò l’impiegata” e, come per magia, eccomi a farlo davvero!
(mi viene in mente una battuta di Paolo Rossi, ma non la faccio che è un po’ volgarotta)

Vi va di condividere alcune sceneggiature dei vostri giochi?
Su tutte, io ne avevo un paio: il ristorante, nel quale di solito era coinvolta la mia amica Emanuela –persa di vista e mai più ritrovata, nemmeno grazie a Facebook!- che relegavo con fare dispotico a ruolo di cameriera mentre, con le bambole, ci occupavamo della cucina. Oppure mi inventavo terremoti e cataclismi, caricavo tutto sulla spider rosa e ogni angolo di casa diventava un nuovo rifugio per sfuggire al disastro.
(ripensandoci oggi ero una bambina un po’ atipica, eh?)

Fino all’arrivo della Casa di Barbie, la prima versione in cartoncino e plastica intendo (nel 1981 costò la bellezza di 50.000 lire, immagino lo sforzo economico dei miei e ancora mi commuovo)… una palazzina a tre piani probabilmente antisismica, giacché da quel giorno nessun terremoto ha mai più turbato la nostra quiete.

LdC

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  1. La casa di Barbie, che meraviglia!!!!!! Che poi, era fatta di cartone e due paletti di plastica, ma a me sembrava meravigliosa! Peccato che in soffitta abbia fatto la muffa e mia madre l'abbia dovuta buttare… che brutto! :(

  2. Che meraviglia l'ascensore…e che tuffo nel passato! Ce l'avevo anch'io, insieme al camper rosa (quello più piccolo, perchè mi sembra di ricordare che ne fecero anche la versione più grande modello "casa viaggiante") e alla vasca da bagno (sempre rosa, of course!) che aveva la pompetta per creare l'effeto idromassaggio…a pensarci adesso credo che che le mie sceneggiature dell'epoca somigliassero molto alle trame odierne di Beautiful: matrimoni, vacanze, bei vestiti…se penso che adesso io sono una patita di crime e mistery!

  3. Consolati, anch'io ero una bimba strana. Mentre tutti facevano fare la strafiga alla Barbie tra Ken e BigJim, io andavo da mia nonna a rubare scampoli di stoffa, e alla tenera età di 7/8 anni cucivo vestiti. Quando ne avevo confezionato un numero consistente, scattava la sfilata. Con le Barbie delle amiche di condominio, costringevamo i nostri genitori a sorbirsi il defilee.
    Avrei dovuto capire molte cose già da allora…

  4. ah ecco dove si nascondono quelle che avevano la casa di Barbie!
    Io non l'ho mai avuta e mi sa che per questo sono venuta su un po' disaddattata. Avevo la Barbie ballerina, Barbie "Ti voglio bene" (quella col vestito rosso coi cuoricini), Skipper e Ken. I giochi che facevo sinceramente non li ricordo bene. Ricordo che facevo baciare Barbie e Ken sul davanzale delle finestra al tramonto. Sarà lì che ho iniziato a consumare le riserve di romanticismo. A 20 anni infatti l'avevo già finito tutto…

  5. Confesso, avevo anche io la vasca idro, credo fosse un regalo della mia ex ex ex cognata. Un giorno non sapevo dove vuotarla dall'acqua insaponata e ho pensato bene di farlo fuori dalla finestra.
    In quel momento, da lì sotto, passava mio padre di rientro dal lavoro.
    Lì ho capito il significato di "gavettone" ma anche quello di "culo a strisce".

  6. con le amiche facevamo a turno con Ken, non tutte ce l'avevano. Le storie quasi non me le ricordo, comunque stile "Beautiful". A quei tempi impazzavano Dallas, Capitol… ricordi bellissimi. Ancora adesso sono legata alla Barbie dell'epoca Superstar e ho una piccola collezione vintage.
    Diana

  7. "facciamo finta che… " questo e' il ricordo che e' scaturito leggendo il tuo post.
    Sara settimana scorsa ha stupito me e la Liliana invitandoci in camera sua dove ha allestito il suo MUSEO . Da buon cicerone ci ha guidate per la cameretta dove aveva messo vari oggetti con dei foglietti con il nome, il numero 20 (tutti creati il giorno 20 avremmo poi scoperto) e la sua firma.
    All'uscita abbiamo anche dovuto mettere le nostre impressioni e la firma sul libro delle visite !

    p.s. ti ricordo che la nostra prima barbie qui a Lecco si chiama Daniela :o)

  8. la mia Sara curatrice di un museo? con tutto ciò a cui si può giocare? non ci avevo pensato ma è un'ideona!
    questa ragazza mi stupisce ogni giorno di più :)

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