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Stamattina sono andata a scuola.

8 Giugno 2011


E proprio nella scuola dove mi sono diplomata! No, non hanno sgamato i bigliettini che avevo nel dizionario all'esame di maturità e per questo costretta a riconsegnare il diploma, dovrei già essere tutelata dalla prescrizione e no, non ho nel frattempo figliato.
Sono stata lì per motivi di lavoro, la consegna di un preventivo e cose così.

Boh, non so se a voi sia mai capitato di tornare nella vecchia scuola, a me ogni tanto sì perché per anni sono andata a votare in quelle che erano state le mie scuole medie, ma stavolta rimetterci piede mi ha fatto un effetto strano. Non malinconico né particolarmente foriero di spunti di riflessione sullo scorrere del tempo e sull'ineluttabilità delle cose, insomma, come dire: mi sono sentita come il giovane McFly quando si trova nella Hill Valley del 2015.

Avete presente quando Marty gira con l'aria un po' spaesata per quello che è oggettivamente il suo paese, ma dove la gente e tutto ciò che lo circonda gli sembra assolutamente fuori di testa? Un po' come è capitato a lui quando si è visto volare una macchina sopra la testa, anche a me ha fatto un effetto stranissimo vedere le bidelle "confinate" in una specie di gabbia, la porta chiusa a chiave e così tanto caveau rispetto alla nostra abitudine di entrare e uscire quasi senza controllo (non per niente era stata ribattezzata Vieni quando vuoi, è sempre aperto). Per non parlare dell'angolo dove un tempo c'erano tre macchinette: caffè, merende e gelati (ed era già avanguardia) e che ora ospita sedie e tavolini come in un bar, con tanto di apertura sul giardino -che per noi era invece off limits- con possibilità di pausa sigaretta per gli studenti fumatori.
(ah, ma non sapete il gusto che vi perdete a non fumare di nascosto nei cessi!)

Il tutto ovviamente condito da una continua migrazione di gruppi di studenti al telefono, che si scattavano foto tra loro, oppure con le cuffiette che spuntavano da chissà dove.

Consegnata la mia busta sono uscita e, come prima cosa, ho controllato dall'Iphone se c'erano messaggi di posta elettronica sull'account del lavoro. Poi mi sono fermata nel parcheggio, di fianco alla mia auto (nel 1994 completamente assolato e oggi pieno di frondosi alberelli) e ho pensato che all'epoca non solo non sapevo guidare e quindi arrivavo in autobus, ma non sapevo nemmeno cosa fosse un cellulare (e vivevo benissimo lo stesso) né la posta elettronica.

Io per prima ho profondamente cambiato abitudini, assieme suppongo a tutto il resto del genere umano.

Niente, così. Tempus fugit.

LdC

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