#ehDani | ex e dintorni

L’eccezione.

28 Dicembre 2015

Dai sedici ai diciotto anni sono stata innamorata di Francesco, un ragazzo di pochi mesi più grande di me, con gli occhi azzurri e una rumorosissima Vespa rossa. La storia in sé non avrebbe avuto niente di particolare -la classica cotta fra adolescenti degli anni ’90 che si trovano fuori dalla scuola, che vanno a prendere il gelato al pomeriggio oppure al cinema il sabato sera- se non fosse che la peculiarità del nostro rapporto era quella di prendersi e mollarsi con una frequenza abbastanza impressionante, abbastanza regolare e soprattutto abbastanza dolorosa.
Nel mollarsi ripetutamente non c’è nulla di strano e innovativo ma noi, in due anni siamo riusciti a lasciarci e a rimetterci insieme per quattordici volte, credo ben oltre l’umana sopportazione di chiunque, con tanto di scene tragiche e strascichi di vendetta, ogni-sacrosanta-volta.
Non so se avete presente quei momenti drammatici e ululanti, tipo Non ci vedremo mai più, è l’ultima volta che ci parliamo, ti lascio libero di vivere la tua vita, noi non potremo mai essere felici insieme e sottofondo di violini straziati, lacrime, singhiozzi e tutto il pacchetto completo: ecco, una cosa così, che se la dividete per quattordici significa che succedeva una media di una volta ogni mese e mezzo. Ma allora ci stava, avevamo un’età in cui anche il più stupido dei dolori ci sembrava insostenibile, straziante, definitivo.
Ci stava ma alla fine dei due anni io ero dieci kg di meno (che mi ha fatto solo bene) ed emotivamente sderenata. Poi ho incontrato una persona con cui sono rimasta quasi sei anni e mi sono sderenata per altri motivi, ma questa temo sia storia nota.

Tutto questo per dire cosa? Che a volte nella vita succede di incontrare una persona che ci piace tantissimo, che ci fa emozionare e si rende speciale ai nostri occhi come raramente capita, con la quale magari c’è un’affinità elettiva particolare e tutto quello che potrebbe presagire una storia d’amore meravigliosa ma con la quale, per una serie di motivi a volte chiari e a volte meno, semplicemente non funziona. E lo so che ci si sente frustrati perché è tutto talmente unico che fare l’equazione siamo perfetti = staremo insieme per sempre, viene da sé. Ma poi nella vita vera non ci si incastra. E ci si accanisce, ci si molla e ci si riprende, si persevera nella sofferenza, nelle discussioni, nella cieca ostinazione di non vedere che alla base c’è una totale, altrettanto perfetta, incompatibilità (di tempi, di visione delle cose, di modi di vivere, scegliete a caso).
Quando ci si trova a questo punto, che fare? Oibò, gli studi degli psicologi sono pieni di coppie in terapia, ma personalmente sono dell’idea che siamo così tanti a questo mondo e che la vita è talmente lunga, che l’unica soluzione sia scavalcare e proseguire per il proprio cammino.

Lo so, lo so: nel blog e nel libro vi ho parlato tanto d’amore, di emozioni e di storie assurde, che magari vi lascerà un po’ basiti questa sorta di cinismo, ma con gli anni forse ho capito che la cosa della regola e dell’eccezione è abbastanza vera e anche se ci piace crogiolarci nell’idea di esserlo, bisogna che prima o poi ci fidiamo della statistica e facciamo pace col concetto che non lo siamo. Conosco persone che conoscono coppie che si sono conosciute su siti di incontri e poi si sono innamorate e sposate, ma non per questo reputo i siti di incontri il mezzo ideale per coronare un sogno d’amore, così come conosco persone che hanno impiegato anni di lotte emotive e poi alla fine sono state bene… ma oggettivamente, alla soglia dei quarant’anni, sono più portata a credere che l’irrequieto vento del nord, non ancora soddisfatto, a Vianne abbia fatto venire solo un gran brutto raffreddore.

Se nei due anni di tira e molla con Francesco io avessi seguito questo pensiero, avrei probabilmente preso al volo delle altre occasioni che mi avrebbero portata in un posto dove non sono adesso -Sliding Doors non si cita mai abbastanza- e non me la sento di dire che sarei stata meglio, visto che semplicemente non lo so. Ma di sicuro avrei almeno provato a fare errori diversi anziché sempre lo stesso con la stessa persona, solo che non ho avuto il coraggio di ammettere che la nostra non era una storia così speciale da essere drammatica, era solo una storia che non funzionava. Nella vita succedono cose strane, scrivevo in un post del 2007, e anche se oggi ho molti meno motivi per credere in quello giusto, non sono mai stata così fermamente convinta che l’uomo sbagliato vada sostanzialmente lasciato lì dove lo si è trovato.

Dedicato a tutti quelli che nel 2016 incontreranno un partner sbagliato.
Felice anno nuovo.
LdC

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