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Ostento, quindi sono.

9 Ottobre 2008

Ieri stavo giudiziosamente compilando la lista dei contatti di posta elettronica per ricordare che sabato leggerò per Bologna Ad Alta Voce quando mi sono accorta che, a differenza degli anni passati, non avevo poi tutta questa gente a cui dirlo.

 

Certo, molti amici ora li gestisco via Facebook – chi ero prima, mi domando – però c’è anche tanta voglia in meno di dimostrare che sono brava, che faccio cose e che vedo gente. Un tempo smaniavo dalla voglia di apparire sempre al centro della vita mondana, sempre contornata di persone che si complimentavano, sempre quella con le evidenze in mano, a riprova che non me l’ero sognato, che non raccontavo bugie, che tutte quelle cose ero io.

 

No, mi spiace, non fa più per me. Non che faccia meno cose di prima, anzi – sguardo rivolto al cielo – eppure non sento più così forte il bisogno di dimostrarlo. Così come nella vita di tutti i giorni, dove alla fine la scrematura degli affetti la si fa per forza perché è fisiologicamente insostenibile zavorrarsi di rapporti sterili per educazione e paura di stare soli, così anche nell’atteggiamento ho notato che con l’età si abbandonano una serie di etichette che non ci appartengono o rappresentano più. È come se si cambiasse pelle, se scattasse qualcosa che fa pensare che alla fine non sono i reading o i successi professionali o gli articoli che pubblichi a rendermi un valore: aiutano, soddisfano e ne sento tuttora bisogno, ma non in modo così disperato come un tempo.

 

È per questo, forse, che trovate anche meno foto in galleria: ne faccio sempre tantissime, ma ho preso l’abitudine di condividerle con pochi. E anche nel gossip, devo ammetterlo, son diventata più riservata o quantomeno meno trasparente come il vetro.

 

Tanto per essere coerenti, fra poco metto online le foto di ieri pomeriggio e… non provate a non venire ad ascoltarmi sabato alle 18 in Aula Magna, altrimenti mi offendo.

 

LdC

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  1. Canto solamente insieme a pochi amici

    quando ci troviamo a casa e abbiamo bevuto

    non pensare che ti abbiam dimenticato

    proprio ieri sera parlavamo di te

    Camminando verso casa mi sei tornata in mente

    a letto mi son girato e non ho detto niente

    e ho ripensato alla tua voce così fresca e strana

    che dava al nostro gruppo qualcosa di più.

    Enrico che suona sua moglie fa il coro

    Giovanni come sempre ascolta stonato com’e’

    canzoni d’amore che fanno ancora bene al cuore

    noi stanchi ma contenti se chiudi gli occhi

    forse ci senti anche di lì.

    L’altra domenica siamo andati al lago

    ho anche preso un luccio grande che sembrava un drago

    poi la sera in treno abbiam cantato piano

    quel pezzo americano che cantavi tu.

    Canzoni stonate parole sempre più sbagliate

    ricordi quante serate passate così

    canzoni d’amore che fanno ancora bene al cuore

    diciamo quasi sempre qualche volta no.

  2. Se tu stai alla medesima maniera di prima allora il cambiamento ci sta, e nemmeno si sente forse.

    Auguri per l’onomastico, ed anche al tuo uomo per il compleanno.

    Scusa, ma perchè, quanto costa da voi l’amuchina? io quella per le mani l’ho pagata 2,50 ma in farmacia è 3 euro.

  3. E’ successo anche a me.

    In parte, però, lo riconduci anche al fatto che il tempo da dedicare alle persone diventa sempre meno “crescendo” (tra impegni lavorativi, hobby e quant’altro) e, pertanto, si scremano maggiormente le persone.

    Io oramai ho talemente poco tempo libero che lo voglio dedicare a alle persone a cui voglio bene e con cui sto davvero bene.

    I rapporti di circostanza, quelli in cui non puoi dire di no che se no si offendono, li ho potati tutti da anni.

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