poteva andare peggio!

Volare, oh, oh.

16 Giugno 2012

No, non è questo il post sulla Sardegna.

Il volo di cui vi parlerò non è quello che mi ha magicamente condotto sulle bianche spiagge algheresi, bensì è quello del giorno in cui sono tornata dal mare e, come ogni giorno, ho preso la bici per venire in ufficio, con la differenza che al ritorno ho provato per alcuni istanti l’esperienza mistica del bimbo di ET il quale aveva evidentemente molta più classe di me nell’atterraggio, visto che non gli è mai successo niente e io invece son qui tutta tumefatta.

Insomma, ieri pomeriggio (programmando questo post per sabato dovrei fare in tempo a raccontarlo ai miei genitori, attualmente ignari – nel caso: ciao mamma, ciao papà, sto bene) me la pedalavo allegramente verso casa e una ragazza ha visto bene di aprire lo sportello della sua auto contro la sottoscritta che, per scartare il pericolo ed evitare l’impatto con la lamiera, ha visto bene di approfondire la conoscenza della composizione dell’asfalto di via Friuli. Bene, l’asfalto è duro e caderci strisciando sopra non è bello, diciamo che questo è stato appurato.

Scherzi a parte, non mi sono fatta malissimo ma sono un po’ ammaccata nella gamba destra, caviglie e soprattutto entrambi i polsi, visto che ho messo istintivamente le mani avanti per attutire la caduta. Vado in giro storta che sembro Quasimodo, ma conosco persone a cui è andata peggio, quindi ringrazio l’angioletto custode che mi ha protetto, la sportellatrice che comunque mi ha soccorso e protetto dall’arrivo delle altre auto, il mio moroso che mi ha raschiato via dal manto stradale e portato a casa e tanti saluti.
(mi riservo la possibilità di editare perché non ho ancora constatato personalmente lo stato della bicicletta)

Poi quando avremo l’occasione di vederci, vi mimerò in esclusiva la scena della stessa sera quando, livida, dolorante, scalza e in camicia da notte, sono dovuta andare a raccattare i gatti scappati in giro per il condominio. Ma come diceva la voce narrante di Heidi: questa è un’altra storia.

LdC

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  1. Hai sperimentato l’incubo di molti ciclisti, complimenti all’angelo custode! Da ciclista e gattofila attendo il racconto sul recupero delle belve

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