amici e balotta | poteva andare peggio!

Lotte fra poveri.

11 Aprile 2012

Dicono sia un atteggiamento tipico della mia zona, quello di dimostrare empatia verso qualcuno non ascoltandolo, ma riportando al malcapitato una propria esperienza.
Sarà così -e se l’ho fatto me ne scuso- ma sono giunta alla conclusione che si tratti di una cosa fastidiosissima.
A me sembrano lotte, anzi, gare di celolunghismo fra poveri, ma ho sotto al naso così tanti esempi durante il giorno che ho pensato di farne una statistica.

Esempi pratici, amico X.

Se io dico «stamattina mi sono svegliata con un mal di schiena pazzesco», la persona in questione si sentirà in dovere di dimostrarmi la propria solidarietà con un «non me lo dire! Io ho un gran mal di testa!».
Se mi lamento del vicino perché ha appeso quadri tutta la notte, il mio interlocutore dovrà rendermi noto che il suo vicino, invece, gli ha annaffiato il bucato e tutto il balcone.
Se sono in ritardo per il lavoro, lui è arrivato comunque cinque minuti dopo di me a causa di peripezie molto più complesse delle mie.
Se buco una gomma, lui mi racconta di quella volta che gli è esploso il motore.
Se scrivo su Facebook che vado al cinema, lui si sente in dovere di commentare non interessandosi al film che andrò a vedere, ma raccontandomi l’ultimo sceneggiato che ha visto in tivù (ovviamente molto più interessante del mio film).
Se i miei gatti hanno rotto un vaso, il suo ha preso un insetto.
Se il moroso mi ha portato un mazzo di fiori, sua moglie gli ha fatto le lasagne.
Se vado al ristorante, lui ci è stato ieri e ha mangiato di più.
(e così via, ad libitum)

Da notare: furbescamente applicato alle sciocchezze o ai piccoli fastidi, perché sfido chiunque a gareggiare sulle sfighe grosse della vita!

E voi, ci avete mai fatto caso a queste persone?
E’ davvero solo una cosa tipicamente emiliano-romagnolo oppure è applicabile a tutto il resto del mondo?

LdC

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  1. che dire..ci pensavo proprio ieri. di come rispondiamo e non ascoltiamo, me lo sento addosso questo “difetto” comu un vestito comodo. e ci ho rimuginato proprio tanto, perchè ho ascoltato, giuro, tutte le parole, ma alla fine è stato come se per far capire che il problema lo sentivo davvero e che avevo capito o che perlomeno sapevo come stava…gli ho raccontato il mio episodio. e dire che quella faccia “che cavolo c’entra ora la tua storia?” la conosco benissimo. è il mio modo banale superfluo di dire ti ho ascoltato. perchè ho l’ansia che ci sia sempre qualcosa da dire poi alla fine.ma come hai detto tu..è fastidiosissimo. mannaggia.

  2. Ciao Stefania! Non sentirti sola perché anche io tendo a fare così. E proprio perché so di farlo, cerco di mordermi la lingua :)
    Spero di rivederti in giro!
    A presto!

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