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Ieri come oggi, come sempre.

2 Agosto 2006

Chiedete ad ogni bolognese e ognuno avrà il suo personale ricordo del 2 agosto 1980, a volte si tratta unicamente di leggende metropolitane del tipo il papà del mio amico doveva partire ma aveva dimenticato la carta d’identità, è andato a casa a prenderla e quando è tornato c’era l’inferno.

Per quanto mi riguarda è reale ed è questo, stringatissimo.

Quattro anni, in casa con la mamma e la nonna perché il papà e il nonno erano andati a pescare nei pressi di Vado. All’epoca abitavamo in via Zamboni, saremo stati a meno di un kilometro dalla stazione. Il mio ricordo è unicamente composto da rumori: scoppio fortissimo, come un tuono ma più secco, sirene, voce concitata di mia mamma che non lascia a mio padre nemmeno il tempo di mettere piede in casa per raccontargli l’accaduto.

Questo è il passato. Per quanto riguarda il presente, tra le mie abitudini, c’è quella di guardare sempre l’orologio fermo alle 10.25 ogni volta che passo davanti alla stazione, quella di rileggermi l’elenco delle vittime nella sala d’aspetto ogni volta che aspetto un treno, quella di scrivere due righe sul blog o comunque dedicare un pensiero ad ogni anniversario.

È banale e retorico, ma a me fa piacere non dimenticarli.
Se volete saperne di più, cliccate qui.

LdC

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  1. Polemizzare su una strage, su delle vite che non ci sono piu è da stupidi. In questi casi basta una parola, talvolta il silenzio è meglio intanto il ricordo per i Bolognesi è vivo comunque…indipendentemente da mastella, cofferati e i babbi di minchia..

    sai cosa fa piu schifo dani? che su questa tragedia, su queste morti ancora oggi si devono scatenare polveroni politici, e cosa leggo sul Corriere? Cofferati che dice che la ferita si ricucirà con la verita! ma che cazzo dice? una morte è una morte, è una perdita, una mancanza, un buco che ti porti nella tomba….e non si rimargina!

  2. Concordo. Il brutto della strage di Bologna, come ogni strage d’altronde – vedi Ustica piuttosto che Falcone e Borsellino, ecc… è che viene regolarmente strumentalizzata a fini politici, economici, ecc… insomma cose che non c’entrano un beneamato cazzo. Una strage è, innanzitutto, un gruppo di persone morte, di gente che non tornerà più a casa, che non festeggerà più il Natale e non vado oltre. Lo so che adesso mi si può dire che sto facendo della semplice demagogia, ma noi italiani, cittadini del mondo, prima di essere numeri, statistiche, elettori, destra, sinistra, acquirenti, lavoratori, siamo uomini con cuore e sentimenti. E ti giuro Cris, che io ho la fortuna di non essere mai stata nemmeno sfiorata da una cosa del genere, altrimenti sarei ben più incazzata. E vedi che lo sono già parecchio. Non si può usare un giorno di commemorazione per sparare a zero sulla politica, da parte di chi la fa e da parte di chi la segue/apprezza/contesta. E’ il giorno per stare tutti un po’ zitti e quel minimo che va detto dirlo sottovoce.

    E per alcuni è il giorno per vergognarsi.

  3. Per quanto riguarda l’orologio è successo questo: al momento dello scoppio della bomba in stazione il 2 agosto 1980, l’orologio si è fermato alle 10.25. Successivamente veniva di volta in volta fermato sull’ora della strage quando vi era la necessità di scattare fotografie, al momento della ricorrenza, il 2 agosto. Nel 1996, l’orologio si è guastato. Il costo, allora, per riavviarlo, era di diversi milioni di lire. Un responsabile FS propose di tenere bloccato l’orario sulle 10.25, ora della strage, così, anzichè avere un orologio rotto avremmo avuto un simbolo, a ricordo di quel tragico evento terroristico. Solo dal ’96 l’orologio è fermo sulle 10.25. Quando, nell’agosto 2001, si è parlato di ripristinarne la funzione, si ha avuta coscienza che nell’Immaginario collettivo l’orologio era fermo da sempre alle 10.25. Il fatto che dal 1980 al ’96 l’orologio avesse funzionato, non lo ricorda mai nessuno.

  4. Concordo nel non ripsristinare l’orologiio. é il segno materiale di una strage, di una grave perdita e di un lutto nazionale.

    Sono altresi favorevole al Non rispristino delle torre gemelli…

  5. No la garisenda e la torre degli asinelli no!

    Non sono di Bologna ma l’ho visitata parecchio e ci sono affezionata per motivi personali ma non ricostruirei mai nuova vita su quella precedente.. avrei apura che il ricordo si sbiadisse…voglio dire passare da li e vedere sempre i due buchi terrebbe sempre vivo un ricordo, una ferita che è giusto che non si rimargini mai…

    Ho provato disgusto quando a Ny hanno messo quei fasci di luce per riempire Ground zero..

  6. Concordo, quando crolla una cosa antica e bella c’è poco da ripristinare, anche perché nessuno rifarebbe le Torri bolognesi così come sono adesso: qualche architetto e/o artista incompetente tirerebbe fuori un monumento orribile d’arte contemporanea, tipo il Cretto di Burri a Gibellina, ch’è una roba da sentirsi male solo a guardarlo: un vero e proprio incubo metafisico.

  7. @Cris: sono dell’idea che ricostruire in modo identico sia impossibile. Si possono riprodurre fedelmente gli spazi, ma mai i tempi.

    @Chavi: quando ho letto il tuo commento mi sono sentita un po’ scema per non averci mai fatto caso. Poi sai cosa mi sono detta? Che per ogni bolognese quell’orologio è sempre là, immobile, a quel momento. Ieri come oggi, come sempre.

    @poeta: Cretto di Burri a Gibellina come il tempio di Knossos a Creta? Brrrrr… comunque se ti sembrano terribili questi due esempi è perchè non hai mai visto il municipio di Zola Predosa ;o)

  8. IL fatto è che la verità non si saprà mai. Come sempre. Chi davvero deve pagare, non pagherà. Siamo nel paese di Ustica, del Vajont e di PIazza Fontana. Ma un pensiero l’ho speso anche io che sono lontana. Ale

  9. Un sooriso in fondo al tunnel

    il 4 agosto del 74 lavoravo/giocavo nel magazzino di mio padre ed in ufficio c’era Bove, un poliziotto di un’umanità incredibile divertente e gentile oltre qualsiasi modo per quei giorni.

    Arriva la Giulia grigia sul piazzale e Lui risale sulla 600 e scappano tutti. Il giorno dopo torna, era rimasto il conto da pagare, ha la faccia vuota e l’uomo gentile e sorridente sembra spento ed in televisione vedo passare le carrozze del ITALICUS.

    La gente stenta a crederci ed il parlarne è scoordinato e quasi esorcizzante ed ipnotico, ed altrettanto invano.

    Passano gli anni e Bove vorrebbe andare in pensione ma ancora non gli danno la conferma anzi, si parla di tornare in centrale a Bologna, il celere ha bisogno … dovrò camminare per sempre, e con questa smorfia sparisce sempre con quella cicatrice invisibile sul volto.

    16 marzo 1978, è una giornata un po’ grigia ed un po’ piovosa e veniamo mandati a casa … ci volete credere!!!! Una scuola svuotata in due ore … anzi forse meno; ma non basta siamo tutti in casa, non al magazzino a lavorare, a casa a guardare un mondo fermo, le strade vuote, la vita sospesa … hanno rapito MORO.

    La gente sente la paura che sia tutto finito e si legge nelle facce di tutti non c’è differenza, con la bmw 2002 od il pulmino 900 siamo tutti a guardarci la paura!

    15 aprile 1978, è sabato, e la scuola finisce ad un orario del cavolo, ma va bene tutto in fondo è sabato e quindi non dovrò lavorare, ed intanto piove.

    Tutto è grigio e le strade son nuovamente vuote.

    Questa volta sono alla fermata della linea azzurra aspetto il 96 per 2 ore ed il silenzio aumenta. Confesso ho avuto paura. Questa volta son 48 i morti per un incidente ferroviario e la gente?

    La gente si guarda in faccia; cosa sta succedendo? Bove passa in ufficio e non ha più la faccia ovvero non c’è più traccia di gioiosità e di gentilezza. Saluta mia madre e mio padre e piange dice che ha finito e che torna a casa che lascia tutto anche se la moglie s’incazza. S’incazza?!?!

    E’ il 9 maggio 1978, ci siamo finisce l’agonia, MORO è morto, ed il nostro mondo finisce.

    Esatto sembra finire, sembra finire l’ansia, perchè “… tanto non sparemo mai la verità!” La gente ha perso parte della fiducia od almeno così pare!

    27 giugno 1980, e chi ci crede che è una strage???? Dai la guerra nei cieli … Figurati che son venuti dalla Libia … Ma dai ai presente gli aerei del ITAVIA non si chiudono gli sportelli … Nooooo han cancellato i radar, spostati i marescialli, c’eran gli americani e vedrai i satelliti … Sai che è caldo oggi, e poi non mi han mica convinto.

    Son passati dieci giorni e son solo pezzi; pezzi grandi come un fazzoletto … allora c’han preso per il culo … c’han preso per il culo, si!

    Però è caldo sai?????

    E’ già il 2 agosto 1980, siamo già in ferie, ovvero son dal barbiere con mio padre e mio fratello ed arrivano le prime notizie ovvero quelle della caldaia!

    Viene in mente che una famiglia di amici doveva partire proprio il 2 ma non c’è tensione doveva partire presto!

    Gino, tassista, ci porta nelle sue parole il delirio del piazzale, delle corse coi lenzuoli e delle regole della gente per la gente e per i suoi strazi. Sono le 17:00 ed il TV manda le immagini e la gente ci riprova.

    Riprova a vedere fuori, riprova a vedere la vita, la gente riporta in se l’orologio e la polvere.

    E’ dicembre e Le claire in via Ugo Bassi sono a griglia e sono illuminate le vetrine e la gente vive ed anche la nebbia non è più grigia grigia com’era stata per tanti anni quella strada.

    Sorridevo, si sorridevo in fondo al tunnel ed avrei voluto che Bove fosse lì per cominciare a guarire come quella gente che c’aveva solo l’orologio, la polvere e la voglia d’andare avanti senza lascaire al tempo il potere dell’oblio.

    Dopo 26 anni, questa è la prima volta che ne parlo, proprio oggi che per strada la gente ha nuovamente perso quelle regole

    … ditemi che potrò continuare a sorridere, vi prego, semplicemente vi prego!

    K&T

  10. @poeta: quegli scorci che tu hai visto non sono niente in confronto a tutto lo stabile visto nella sua interezza. Comunque se vedi il sito istituzionale del comune stesso, capirai che non sono proprio a posto del tutto (http://www.comune.zolapredosa.bo.it).

    @PierAlex: ma oggi, Bove, dov’è? E perchè ancora non me l’hai presentato? E venerdì andiamo al Forte Jola o no? ;o)

  11. Mah, magari la prossima volta che mi tocca di andare a Bologna perché la direzione del personale, nella sua follia, ha deciso di infliggermi qualche (inutile) corso di aggiornamento, ci faccio un salto. Non so perché, ma ‘sti orrori, in qualche modo, m’intrigano.

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