Senza categoria

La pietra dell'eloquenza.

3 Agosto 2006

"There is a stone that whoever kisses,
Oh! he never misses to grow eloquent
‘Tis he may clamber to a lady’s chamber,
Or become a member of parliament."

Francis Sylvester Mahony

Dani e Diego nel giardino del Blarney Castle

L’Irlanda è una terra meravigliosa e fatata: chi, come me, ha avuto la possibilità di visitarla si sarà accorto che è ricca di posti noti alle masse, come la zona del Connemara, le isole Aran, Dublino stessa, ma anche di posti sconosciuti ricchi di fascino e mistero, nei quali normalmente ci si imbatte per puro caso e vi garantisco che sono i migliori. Ho ripensato all’Irlanda ieri sera mentre stiravo perchè ho guardato la videocassetta di quel viaggio e a parte il brivido di raccapriccio nel rivedermi grassa, mora e coi capelli corti, ho avuto anche parecchi momenti di nostalgia.

E mi è venuta voglia di raccontare questa storia, nel post di oggi.
Nella contea di Cork da secoli esiste un castello – il Blarney Castle – originaria roccaforte dei McCarthy e fortezza a vista del Munster. Il Castello è famoso per la sua Pietra dell’Eloquenza che, tradizione vuole, sarebbe in grado di donare il dono dell’eloquenza a chi la baci. La nota Pietra di Blarney si trova incorporata in uno dei merli della torre. Si narra che essa sia la metà esatta della scozzese Pietra di Scone, su cui i re scozzesi erano incoronati e che si credeva avesse speciali poteri magici. Metà di questa pietra sembra fosse stata data nel 1314 a Cormac McCarthy da Robert the Bruce, in cambio dell’aiuto militare degli uomini di McCarthy durante una battaglia.
La leggenda della pietra di Blarney e del suo potere di conferire l’eloquenza a chiunque la baci, risale all’epoca della regina Elisabetta I che introdusse il termine “blarney”, ossia “un parlare piacevole, un ingannare senza offendere”. In realtà baciare la pietra di Blarney significa più che altro salire una lunghissima e strettissima scala a chioccola, costituita da ripidi scalini (che neanche la Torre degli Asinelli, sappiatelo!) e, una volta giunti in cima, lasciarsi andare con metà busto nel vuoto (fortunatamente c’è un simpaticissimo signore che vi regge – o palpeggia, a seconda di chi voi siate – e maniglie a cui appoggiarsi) per baciare la pietra. Che ovviamente non è in un posto comodo, bensì è incastonata al di fuori degli spalti merlati del castello.
Qualcuno associa la Pietra di Blarney al “cuscino di Giacobbe” menzionato nella Bibbia e che sarebbe stato portato in Irlanda dal profeta Geremia. In realtà è più probabile un’associazione con le Crociate, menzionate anche in riferimento alla Pietra di Scone che è presente tutt’oggi a Londra, nell’Abbazia di Westminster. Un’altra leggenda, invece, narra che la storia della pietra fosse stata raccontata a McCarthy da un’anziana donna a cui egli aveva salvato la vita. Ma la donna era una strega. Come ricompensa lei gli svelò il segreto di una pietra incastonata nel castello, in grado di donare l’eloquenza in cambio di un bacio.
Sta di fatto che, sei anni fa, ho messo da parte la mia proverbiale fifa nonché senso di vertigine e mi sono sporta a testa in giù nel vuoto, baciando la suddetta pietra: a casa ho addirittura una pergamena che lo certifica, senza contare la testimonianza del mio amico Diego che ha ripreso il tutto con la telecamera.
Alla luce di quasi due anni di blog e se la definizione di eloquenza data da Elisabetta I è corretta, secondo voi ha funzionato quel bacio?
LdC

Only registered users can comment.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.