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Bo noir.

7 Agosto 2006

Si è conclusa ieri la rassegna Bo Noir – viaggio negli enigmi bolognesi – di cui purtroppo mi sono persa tutti gli appuntamenti causa incursioni al mare. Fortunamente all’ultima serata era presente parte della crème de la crème dei miei giallisti preferiti, tra cui Maurizio Matrone, Matteo Bortolotti, Grazia Verasani e il mio adorato, splendido, posso dirle una cosa: lei è meraviglioso, Carlo Lucarelli.

 

Ed è proprio dal suo libro capitatomi per primo tra le mani un pomeriggio piovoso alla Feltrinelli di Milano, letto tutto d’un fiato e terminato il giorno stesso, che ieri sera è stato letto un pezzo sulla mia città, che vado di seguito riportando, per la vostra ma soprattutto mia gioia.

http://stephanieklein.blogs.com

“Se fosse un romanzo giallo, il caso Alinovi non potrebbe essere che ambientato in una città così: ambigua e misteriosa.

 

Bologna.

 

Se si pensa a quello che sta dentro le mura, Bologna è poco più di una piccola cittadina di provincia, ma se la si guarda bene, Bologna è una cosa grande che va da Parma fino a Cattolica, un pezzo di regione spiaccicato lungo la via Emilia, dove la gente vive a Modena, lavora a San Lazzaro e la sera va a ballare a Rimini. Questa è una strana metropoli di duemila chilometri quadrati e due milioni di abitanti, che si allarga a macchia d’olio tra il mare e gli Appennini e non ha un vero centro, ma una periferia diffusa che si chiama Ferrara, Imola, Ravenna o la riviera romagnola.

 

Questa città non è quello che sembra.

 

Questa è una città di terra, fissa al centro dell’Italia eppure, a volte, giri l’angolo di certe strade e ti trovi di fronte ad acqua e canali, all’improvviso, dove non ti aspettavi di vederne, perché questa è Bologna e non è Venezia e vista così sembra un’altra cosa. Un’altra cosa, come ti soprende fuori dai viali che la circondano, quando ti aspetti ancora di trovare altri portici e altre piazze e altri palazzi dai merli medioevali, e appare invece una piccola Tokyo di torri di vetro, di luci e di cemento.

 

Questa città, questa città bellissima, rossa come i tetti delle case quando ci batte sopra il sole, non è come le altre. Perché non è soltanto grande, è anche complicata. È contraddittoria.

 

Se la si guarda così, camminandoci dentro, Bologna sembra tutta pietra e asfalto, ma se ci si va da sopra con un elicottero è verde come una foresta per i cortili interni delle case, che da fuori non si vedono. E se ci si va sotto, sottoterra, sotto le strade, la si può attraversare tutta scivolando in barca lungo i canali coperti, o a piedi, chinandosi sotto le volte umide di antichi acquedotti sepolti. E ci sono i portici, che costeggiano quasi tutte le strade e sono il salotto buono della città e riparano dal sole e dalla pioggia ma non solo, perché la sotto, sotto gli archi e dietro le colonne, anche di giorno e anche di notte, quando si accendono i lampioni, le ombre sembrano più ombre e i volti, col buio, sono neri. Questa città non è quello che sembra. Questa città ha sempre una metà nascosta e puoi scoprirla soltanto se qualcuno te la fa vedere. Perché ci sono strade, a Bologna, che imboccate da una parte finiscono nel corso principale, tra i motorini degli studenti delle medie fermi davanti ai McDonald’s, tra le biciclette della gente che attraversa per vedere le vetrine delle boutiques e delle gastronomie e gli autobus che suonano per passarci in mezzo. Imboccate dall’altra, invece, non portano da nessuna pare, ma ad altre vie, sempre più piccole, sempre più strette, che piegano ad angolo e poi si perdono. E spariscono nel nulla, in questo centro antico, in questo cuore magico in cui gli opposti si incontrano e si uniscono. Freddo polare d’inverno e caldo tropicale d’estate. Comune rosso, per tanti anni, e cooperative miliardarie. Efficienza e gioia di vivere. Musei e supermercati. Sovversivi e cardinali. Tortellini e Bambini di Satana.

 

Bologna.”

 

(Carlo Lucarelli – Mistero in blu, 1999 – Il caso Alinovi)

 

LdC

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  1. la strage della sala d’aspetto, la uno bianca e tanti, molti, fin troppi dei nostri misteri italiani hanno come fulcro Bologna: una città troppo allegra e “vivaiola” per essere dipinta come così inquietante…

  2. quanto mi piace bologna! hai visto? ho imparato ad aggiornare la pagina e a commentare nel post odierno. ecco perchè non vedevo i girasoli! :) Yle

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